Taiji e Danza – incontro col Tai Chi
L’avanguardia ha un cuore antico
L’incontro fra il Tai chi e la danza contemporanea si è verificato credibilmente a partire dagli anni ’70 a New York; ma la danza moderna americana ha conosciuto le arti marziali senz’altro prima di quel che si possa pensare.
In America, sin dai suoi albori all’inizio del Novecento, la danza moderna si pone in contrapposizione alla danza classica sia per la scelta dei contenuti (ai pionieri della danza americana non interessavano le principesse e i laghi incantati) sia soprattutto per il tipo di lavoro sul corpo. Un’apertura allo studio di altre discipline è sempre stata una caratteristica distintiva della modern dance; il teatro tradizionale giapponese e indiano, le danze tradizionali ed etniche (danza indiana, flamenco, danza balinese per citarne solo alcune) e le arti marziali hanno contribuito a creare un vocabolario di movimenti unici e rivoluzionari per l’epoca, ribaltando completamente la figura della donna e dell’uomo che danzano.
Basti pensare che la danza classica accademica è da sempre caratterizzata da un sistema di movimenti codificati a partire dal diciassettesimo secolo; il suo scopo principale era quello di divertire i sovrani europei e le loro corti grazie a coreografie e balletti in cui i ballerini potessero stupire e ricreare la nobiltà. Nell’Ottocento anche la borghesia si sarebbe aggiunta al pubblico dei grandi teatri delle capitali europee. La ballerina sulle punte, bianca ed eterea, avrebbe incarnato fino a oggi una sensualità trasfigurata, scollegata dalla terra; una donna-fantasma irreale e incorporea.
La danza moderna, invece, trasformerà in poco tempo l’immagine della donna in qualcosa di completamente diverso. Lo studio delle danze tradizionali e delle arti marziali permette alla modern dance di sviluppare sin da subito il concetto di “centro” (il “chi” cinese e il ki giapponese); le gambe perdono l’importanza estetica a loro attribuita dalla danza classica mentre il bacino, il tronco e le braccia diventano il veicolo di espressione della nuova danzatrice. Il bacino e la schiena si sono liberati delle stecche di balena dei busti, i piedi, nudi e finalmente liberi dalle scarpette, si muovono agili sul pavimento: la donna che danza ritrova il contatto con il suo respiro e con la terra. Ed è proprio grazie a questo contatto che si inizierà ad esplorare tutte le possibilità di movimento che il suolo offre (cadute, rotolate e così via).
Il lavoro sulle arti marziali, e dunque sul Tai chi, ricompare in America in modo significativo negli anni Settanta col fenomeno della Contact Improvisation. A New York un piccolo gruppo di giovani desiderosi di esplorare nuove frontiere nella danza e nel movimento iniziano a praticare il Tai chi e l’aikido, sperimentando tra le altre cose un nuovo modo di danzare in coppia. Sentire il contatto e il calore della pelle, lavorare col peso, il proprio e quello del partner, danno luogo a una qualità di movimento nuova, fluida ed elastica. Creare un coreografia finita non è più così importante; bello è invece affittare o farsi ospitare in uno studio e partecipare alle “jam”, una sorta di “happening” in cui danzatori e musicisti improvvisano insieme per ore.
Ai giorni nostri il Tai chi e le arti marziali sono materie di insegnamento presso i più importanti corsi di formazione per i danzatori contemporanei, in Europa e in America. Da anni ormai coreografi e insegnanti di danza contemporanea integrano movimenti tratti dalla pratica del Tai chi con il loro lavoro. Per non parlare dei giovani coreografi di origine cinese che si sono recentemente affermati nel mondo della danza grazie ai loro spettacoli, fantasiosi da un punto di vista scenografico ma soprattutto caratterizzati da un approccio al movimento davvero innovativo.
Nella danza dal Novecento a oggi l’avanguardia ha un cuore antico.